Victorine Le Dieu de la Ruaudière
nacque il 22 maggio 1809 ad Avranches, città che sorge di fronte al celebre
Monte di San Michele, da Felice Alessandro Le Dieu de la Ruaudière,
ricevitore del Demanio e dalla nobile Maria Teresa di Cantilly.
A 12 anni ricevé la Prima Comunione, sentendo sin da allora di essere chiamata alla vita religiosa,
ma questa sua evidente inclinazione venne molto contrastata dai genitori, che misero in atto
tutti i tentativi per dissuaderla.
A 18 anni, coerente con le sue decisioni, fece privatamente i voti di castità e ubbidienza,
che furono trasformati a 24 anni in pubblici e perpetui.
Legata alla famiglia che non la lasciava scegliere, Victorine la segue nei trasferimenti
da Avranches a Parigi e poi a Poitiers, resi necessari per mettersi al riparo
dalle turbolenze politiche, che scuotevano la Francia nel periodo post-napoleonico
e della Restaurazione.
A Poitiers le muore il fratello Edoardo; in casa viene ospitato padre Mesnildot esule
da Parigi, il quale diventa il direttore spirituale di tutta la famiglia, ma specialmente
di Victorine, di cui ha notato l'inclinazione alla vita religiosa e prende a dirigerla con
sapiente discrezione; nel contempo la salute della giovane destava preoccupazione alla famiglia.
Per aiutarla, le viene concesso di fare un ritiro al Carmelo ma al suo ritorno,
nonostante il beneficio ricevuto, le viene ancora una volta negato il permesso di farsi suora;
tuttavia tutte queste difficoltà non le impedirono di gettare le basi della sua futura fondazione
che comprendeva, la riparazione eucaristica attraverso la Messa e l'adorazione.
Ebbe anche un'esperienza religiosa di sei mesi fra le Agostiniane di Parigi,
alle quali si era rivolta di nascosto; ma sotto le pressioni dell'influente famiglia
fu estromessa dall'Istituto.
A circa 27 anni, quando ormai decisa lascia la famiglia e, con il consiglio di padre Mesnildot,
entra nelle Suore di Santa Clotilde che non erano di clausura e dedite solo all'Istruzione
Superiore, il 2 luglio 1836 avvenne la cerimonia della vestizione, senza la
presenza dei genitori; poi avviene un precipitarsi di eventi, Victorine si ammalò gravemente e
la madre le si riconcilia; rientrata a Le Havre la madre morì, e lei fu costretta a
lasciare di nuovo il convento, per accudire il padre rimasto solo.
Alla fine del 1846 anche l'altro fratello Augusto, dopo una vita dissipata,
muore riconciliato con Dio, con l'assistenza spirituale della sorella.
Rimasta sola con il padre, ella soffre intimamente per questa sua vita non realizzata
secondo le sue aspirazioni. Si ammala gravemente forse di nostalgia e su consiglio dei medici,
viene condotta in montagna a La Salette, dove il 19 settembre del 1846 la Vergine sarebbe
apparsa a due pastorelli, diventando meta di pellegrinaggi.
Durante il viaggio, i sintomi del male oscuro improvvisamente scompaiono, la stessa cosa
si ripete per il pellegrinaggio dell'anno seguente; passando per Ars, incontra anche
S. Giovanni Maria Vianney, il santo curato, con cui parla del suo progetto,
ricevendo incoraggiamento.
Riparare, riconciliare, adorare il Signore nell'Eucaristia, restaurare l'unità nell'amore
e istituire Case per accogliere persone cadute o in pericolo nel mare burrascoso della vita.
Morto il padre e seguendo il consiglio del suo Direttore Spirituale e di S. Pietro Giuliano Eymard,
chiede per prima cosa al vescovo, peraltro ammalato, di ottenere il SS Sacramento dell'Eucaristia
per il suo oratorio considerato privato, ma la concessione non era possibile, per cui la Curia
la indirizzò direttamente a Roma e così il 15 gennaio 1863 si reca da papa
Pio IX, il quale dopo aver ascoltato le sue richieste di poter avere l'Eucaristia
nell'Oratorio e di poter istituire la sua Opera di carità dovunque fosse possibile, le concede
tali privilegi, l'Istituto avrà una Superiora Generale che non dipenderà da altri.
Dopo tale udienza l'iniziale programma di Victorine Le Dieu prende maggiore omogeneità:
Riparazione nei confronti dei bambini con opere di carità e di assistenza, di cui allora si
sentiva fortemente il bisogno e che in seguito verrà considerevolmente allargata.
Prima di ritornare ad Avranches, Victorine ricevé l'abito religioso da padre Regis,
procuratore dei Trappisti, iniziò così la "Congregazione delle Suore del Patronato di S. Giuseppe",
che muterà in seguito il nome in "Suore di Gesù Redentore".
Si alternano opposizioni e difficoltà nell'andare avanti da parte delle Autorità diocesane,
e solo il 2 febbraio 1864 suor Victorine e la sua prima compagna, fanno insieme la
prima meditazione comunitaria; il nuovo vescovo Bravard ottenne dal Governo Francese
la celebre Abbazia di Monte San Michele,
che era stata trasformata in un orribile carcere e intenzionato a trasformarla nell'antico
splendore, incontra in ciò lo stesso desiderio in madre Victorine e seppur titubante, visto
l'esiguità del nuovo Istituto, le affida il gravoso compito.
Con le prime quattro compagne si mette all'opera per eliminare il diffuso squallore;
il 19 marzo 1866 la fondatrice e una compagna emettono i voti e altre due giovani
fanno la vestizione religiosa. Victorine prenderà il nome di suor Marie Joseph de Jesus.
L'antica abbazia comincia a diventare anche un orfanotrofio, perché man mano giungono fanciulli
abbandonati e anche le suore aumentano di numero. Nel contempo iniziano le incomprensioni fra lei
e padre Robert, il superiore dei Missionari diocesani, che il vescovo ha istituito per il
ripristino del culto e dei pellegrinaggi al Monte San Michele.
Gli opposti interessi procurano dissidi e infine madre Maria Giuseppa di Gesù,
viene allontanata con la scusa di andare a fondare una nuova Casa a San Massimino
nella diocesi di Frejus, le suore rimaste a Mont St. Michel non si piegano ai voleri
di padre Robert e quindi raggiungono la fondatrice, ricostituendo la Comunità.
Ma a San Massimino devono vivere di
elemosine, si caricano di debiti, vengono a mancare gli appoggi sia materiali che spirituali,
per cui quasi tutte le suore alla fine la lasciano e il vescovo di Frejus la estromette come
religiosa dalla diocesi.
Respinta anche dai parenti, si riduce a vivere in una mansarda con la sola compagnia di due suore,
soffre la fame, è continuamente febbricitante per il grande freddo, vive chiedendo l'elemosina.
A Parigi dove stanno, hanno il rifiuto del Vicario Generale di poter stabilire la loro Opera
dell'Adorazione Riparatrice, non riconoscendola Superiora di due sole suore e senza un soldo.
Finché il 1 ottobre 1874, incaricate dal prefetto di Parigi, arrivano ad
Aulnay nella periferia
povera della città, per accudire i bambini poveri e gli orfanelli della zona, su richiesta del
parroco locale; ma senza soldi anche qui sono costrette a chiedere l'elemosina.
Dopo un po' vengono sfrattate e il sindaco offre dei locali nel suo castello, dove sia pur
con un freddo gelido riescono con i bambini a superare l'inverno.
Alcune offerte delle Autorità, le fanno aprire una seconda casa a Saint Cloud,
il numero di orfanelli aumenta ma i soldi per sfamarli non ci sono, chi aveva promesso viene meno,
il vescovo di Versailles a cui si era rivolta, le nega l'aiuto, perché prevenuto dalle calunnie
pervenute da Monte San Michele.
Si reca di nuovo a Roma per trovare l'appoggio papale e per aprire una Casa nelle capitale;
ma ritornata in Francia trova che la sua Congregazione e gli orfanotrofi stanno per essere
assorbiti da altra Istituzione, ma un prodigio avvenuto al momento della firma, manda tutto
all'aria.
Nel 1879 il conte di Aulnay vende loro una casa-mulino, dove tutti si trasferiscono;
ma una nuova prova si abbatte su Victorine, una postulante comincia ad avere fenomeni strani
e premonitori, è creduta dalle suore e dal parroco e quando dice che la superiora non è
più adatta al compito, il parroco l'ascolta e sostituisce madre Victorine con suor Paola.
è costretta a lasciare la Comunità e continuano le calunnie, persecuzioni, le viene negata
la Comunione e deve togliersi l'abito religioso, sotto minaccia di essere arrestata,
è costretta a fare la mendicante, è investita da una carrozza; ma lei non si arrende
e ancora una volta con l'aiuto di una suora fedele, ritorna a Roma e ottiene dal papa
la residenza romana e con l'aiuto della marchesa Serlupi ha dei locali a disposizione;
una suora dalla Francia la raggiunge, arriva qualche novizia.
L'Opera si trasferisce in una Casa di via Tasso e
affluiscono molti bambini, nel contempo
anche le offerte e gli aiuti in vivande arrivano più frequentemente; il cardinale Vicario di Roma
segue con ammirazione e stima sia lei che l'opera, e alla fine acconsente a celebrare
la Prima Messa nella nuova Cappella, dove resterà esposta l'Eucaristia per l'adorazione
riparatrice.
Il 26 ottobre 1884 a 75 anni, madre Victorine muore con il nome di Gesù sulle labbra,
perdonando tutti e raccomandando la cura dei bambini.
Madre Victorine Le Dieu si trovò a lottare in difficoltà straordinarie,
subì persecuzioni inaudite, rischiò di fallire più volte con la sua Congregazione,
ma non si scoraggiò, la sua fede restava incrollabile.
Il centro della Volontà di Dio di volere questa Istituzione, era papa Pio IX oggi beato;
altre figure minori, ma pur sempre determinanti nel procurarle sofferenze, calunnie e persecuzioni,
nulla poterono contro questa Volontà espressa nel tormento interiore dell'anima, così tribolata
e santa di Victorine Le Dieu.
Concludiamo con una delle sue massime riportate nel suo diario, concluso pochi giorni prima
di morire: "L'amore di Dio può rinnovare la terra. Credo con una nuova fede, spero con una
più forte speranza, voglio con una sincera carità, lavorare all'opera così giusta
e necessaria della 'Riconciliazione' che Dio, nella Sua misericordia, ha riservato
ai nostri tempi".
Inaugurazione a Catania di un monumento a Victorine Le Dieu
Il 25 maggio 2002 in presenza di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Luigi Bommarito
e dell'On. Raffaele Lombardo è stato inaugurato nella città di Catania -
Stradale San Giorgio, un monumento a Victorine Le Dieu.
Oggi, in un mondo dilaniato da odio, violenza, guerre, emarginazione,
il suo messaggio continua ad interpellarci e proprio qui a Catania,
dove ha trovato particolare incarnazione, risuonerà ancora con forza il suo anelito:
Salviamo l'innocenza, preserviamo l'infanzia speranza dell'avvenire.
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